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Mattia Rame, in uscita il primo album: “Lo Spazio, l’Egitto, Battiato”

Uscirà il 12 Gennaio in digitale e e sarà anticipato in radio dal nuovo singolo “I Ghiacciai”. Il primo album di Mattia Rame si chiama  “Lo Spazio, l’Egitto, Battiato”, ed è una collezione di brani che fonde poetiche introspezioni dalle audaci sonorità sperimentali. L’intero album, con la sua diversità di toni e atmosfere, offre un’immersione profonda nell’anima dell’artista.

Inni d’amore e tribute ad icone come Marilyn Monroe e Frida Kahlo

Attraverso inni d’amore e tributi a figure iconiche come Marilyn Monroe e Frida Kahlo, Mattia Rame racconta storie di amore e di cambiamento intessute in suggestioni letterarie che trasportano l’ascoltatore in un percorso concettuale. “Lo Spazio, l’Egitto, Battiato” si distingue per la sua eccentricità, incorporando elementi elettronici, sonorità rock, citazioni poetiche e musicali in un’opera che riflette l’essenza stessa dell’artista con riflessioni sulla lettura, l’amore, la solitudine, e la ricerca della propria identità tra sfaceli cosmici ed interiori. Un disco d’esordio che suona come una vera e propria nascita perché tutti siamo chiamati a Nascere a noi stessi, a rinascere, per la prima volta.

Mattia Brescia, storia di un cantautore destinato al successo

Mattia Brescia cantautore

Mattia Brescia nasce a Roma nel 1985 in Via Giulia, in quella che diventerà poi la biblioteca dell’Apollinare, sopra la chiesa di San Girolamo della Carità. Leone ascendente bilancia, sin da piccolissimo è coinvolto nel profondo da un amore viscerale e intensissimo per la parola, la scrittura e i suoni. Impara a leggere e scrivere quasi prima che a camminare.
Per mesi “gattona” anziché camminare, appunto, protraendo per un tempo più lungo dell’ usuale questa attività, continuamente distratto dal tentativo di decifrare i segni e le mille immagini che rinveniva nei fumetti e nei libri che incontrava mano a mano dentro casa. Come a dire che, anziché impegnarsi in quei primi tentativi di equilibrio e deambulazione, una prospettiva ribassata e di attesa, un punto di osservazione e semmai di racconto, era più consono e immediato ed incline a lui. Le storie di Giulio Cesare e di Napoleone, l’ammiraglio Nelson, la battaglia di Lepanto, l’origine delle stelle, la formazione dello spazio e dei metalli, la cultura e la storia degli Egizi, sono fascinazioni e suggestioni che creeranno in lui il primo appiglio poetico della sua personalità e che diventeranno anche, molto tempo più in là, le radici della sua ricerca artistica. In quegli anni aiuta spesso il padre che, insegnante di meccanica in un istituto tecnico della periferia romana, portava avanti una sua collaterale e infinita passione come artista del ferro. In quei lunghi pomeriggi con il padre ascolta la radio e davanti ai macchinari, ai torni, i frullini, con quei fragorosi rumori che si sprigionavano al contatto col ferro, in un infinito gioco di rimandi ed ecolalie, imitava ogni suono e rumore che sentiva cercando di trasformarlo in musica, come in una continua lunghissima apofenia e pareidolia acustica.

Battiato e i grandi cantautori italiani nella formazione di Mattia Brescia

Mattia Brescia

Al liceo Mattia incontra la musica veramente. Prima attraverso le canzoni di De Andrè, trovando quel filo che univa la parola alla musica. E poi Battiato, che diventerà il riferimento principale tra gli artisti italiani, poi Lucio Dalla, Venditti e De Gregori. Scopre i Pink Floyd, Dylan, i Doors, gli Stones, gli Smiths, i Cure e i Joy Division, i Radiohead, i Nirvana. E poi Aphex Twin, i Prodigy, gli Afterhours e i Marlene Kuntz. Legge Calvino e Montale, Pavese, Ungaretti, Alda Merini e la Szymborska ​​e Marquez grazie ad una zia medico che lo introduce definitivamente alla grande letteratura che cura l’Anima, e allo zio, marito di lei, artista a sua volta e figura fondamentale per tutto lo sviluppo artistico e personale di Mattia. Ma sarà una copia de i “Fiori del Male” di Baudelaire trovata sulla scrivania di una delle sorelle gli cambieranno per sempre la vita. Mette su le sue prime band, dapprima alle prese con delle stralunate cover, poi sempre più approfondendo il tentativo di strutturare una via personale alla creazione. In questo periodo il post rock e tutto il versante del grunge psichedelico più selvaggio e stropicciato sono i riferimenti a cui si avvicina di più, dagli Explosions in the sky ai Pavement e i Sonic Youth e un’idea di pop arcaico e moderno al contempo che flirta con la bellezza, dagli Arcade Fire ai Coldplay.
Si iscrive alla facoltà di Filosofia de La Sapienza di Roma e frequenta un corso di formazione per tecniche comportamentali di base nel trattamento di bambini e adulti affetti da autismo e sindrome di Asperger. Conosce, approfondendola (gliel’aveva presentata per la prima volta un amico professore che diventerà poi un famosissimo scrittore di best seller in Italia, Alessandro D’Avenia) l’opera di Eliot e Pound, e poi Whitman e Campana, sono le epifanie più importanti della sua vita.

Un inizio “gitano” tra Roma e Formentera…

Inizia a suonare a Roma e in Italia con svariate formazioni dai nomi astrusi: The Coccio, Billy The Lirio, fino agli Stendhal Syndrome. Di tutte queste band rimane poco o nulla a livello di tracce ufficiali, se non qualcosa in vecchi myspace e dimenticati hard disk. Parte per Formentera dove vive qualche mese come un gitano hippy la vita incredibile del posto, passa per Berlino e torna a Roma nel 2014. Decide di portare in giro Mattia Rame e inizia a farlo in duo realizzando svariati concerti in giro per l’Italia con un musicista sopraffino, Aron Carlocchia, che ai tempi era il tastierista dei Mary in June e che poi diventerà il tastierista della prima band del primo tour di Calcutta. Nei primi mesi del 2016 l’incontro, partito da un amicizia nata anni prima con Marco Rissa (Thegiornalisti) aveva dato l’abbrivio all’idea di un ep prodotto da quest’ultimo, ma un piccolo incidente dato da un trauma sportivo che gli causa un ernia cervicale di difficile guarigione provoca un piccolo stop che sarà il trigger per una grande crisi interiore che lo allontanerà da tutto e tutti per circa tre anni. Rischia di perdersi completamente nella notte dell’anima sua, ma grazie al sostegno infinito degli amici e a validissimi medici, riesce a riemergere e riavvolgere gli intricati fili del discorso musicale che aveva originato anni prima e si riavvicina ad Alessandro Giovannini che aveva già conosciuto nelle notti romane con cui decide di registrare il primo disco in assoluto della sua vita. Alessandro sarà il perno imprescindibile, il regista che taglierà anche a metà, o completamente alcune canzoni rendendole intelligibili e fruibili. Si fanno aiutare da Mattia Petrucciani, da Los Angels, in arte Magmatic, e Nicola d’Amati, Paolo Testa, e altri splendidi musicisti, romani e non, tra cui Giuseppe Levanto, Danilo Menna, Fabio Grande, Tommaso di Giulio, Andrea Ruggiero, Angelo Maria Santisi, Pasquale Leonardi, Claudio Sinisi, Michele Palazzo, Michele Amoruso, Giuseppe Zampetti, Angela Tomassone. A inizio del 2022 tirano fuori i primi due singoli: del primo, “Come un cane”, girano un videclip a Lecce ad opera di Marco Riccardi e con protagonista il primo ballerino del teatro dell’Opera di Vienna. Da inizio 2023, sotto la guida di Giancarlo Bornigia e con la sua neo-etichetta Gallia Music, pubblicando “Muoviti” e “Mare Mare”, brani che anticipano di qualche mese il primo disco ufficiale dell’artista, “Lo Spazio, l’Egitto, Battiato” in uscita nei prossimi giorni.

Serena Basciani
Serena Basciani
Classe '83, romana, i miei primi amori sono stati Dante Alighieri e Giovanni Falcone. Ho studiato lettere e sono appassionata di linguaggi dei mass media. Adoro analizzare i dati di ascolti tv e sono follemente innamorata del Festival di Sanremo, da sempre. La parte che preferisco di questo lavoro è quella che mi porta a conoscere le persone, in tutte le loro sfaccettature, per questo mi piace tantissimo fare interviste. In età adulta ho sviluppato una sfrenata passione per Carl Gustav Jung. Descrivermi in 3 parole? “Mangio Scrivo Amo” … al 100%!
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